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«Vi sembra una prospettiva affascinante quella di salutare gli avatar dei vostri colleghi muovendo il vostro alter ego digitale in un ufficio virtuale usando un joypad, mentre nella realtà siete inchiodati alla scrivania senza poter nemmeno vedere il cane che si aggira per casa o l’arredamento del vostro studio domestico?». Se lo chiedeva su “Wired” a gennaio 2022 Andrea Daniele Signorelli, giornalista che si occupa di nuove tecnologie, in un articolo che spiega bene perché la visione digitale del futuro di Mark Zuckerberg «probabilmente non si realizzerà mai». L’articolo analizza una serie di flop nel mondo della realtà aumentata e virtuale, dove spicca il Metaverso.

Non la pensava così nel 2022 Mario Draghi, che riceveva il fondatore di Facebook a Palazzo Chigi a maggio. I due parlavano per un’ora proprio del Metaverso – e dell’industria del lusso –, in un incontro organizzato dall’allora ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao. Zuckerberg era appena stato a Milano per incontrare Leonardo Del Vecchio, fondatore e presidente di Luxottica e presidente esecutivo di EssilorLuxottica, un monopolio nel settore della produzione di occhiali e proprietaria del marchio Ray Ban. La collaborazione non era nuova. In questa occasione, nonostante «qualche preoccupazione lato privacy», come notava “Wired”, proseguiva la sperimentazione per le prossime generazioni di smart glasses, occhiali intelligenti. Era stato testato anche un prototipo di braccialetto con interfaccia neurale studiato per consentire di controllare occhiali e altri dispositivi.

Repubblica” riportava le parole di Zuckerberg dopo l’incontro con Draghi: «Per dare vita al metaverso sarà necessario uno sforzo congiunto tra aziende, mondo politico e società civile. Nell’incontro di oggi abbiamo confermato la nostra collaborazione con il governo italiano per valorizzare i punti di forza del paese nei settori tecnologico e del design e identificare futuri investimenti. Siamo lieti di aver potuto discutere le opportunità culturali, sociali ed economiche che il Metaverso porterà all’Italia e non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione».

Le opportunità culturali, sociali ed economiche dovevano venire dallo sviluppo da tecnologie come il braccialetto Emg, che sta per elettromiografia, ovvero la registrazione di attività elettrica dei muscoli sfruttata tramite sensori integrati che consentono di rilevare gli impulsi trasmessi dal midollo spinale e tradotti in comandi digitali. Insomma «il movimento del polso e delle dita viene sfruttato come input per gli occhiali».

Eppure quando nel 2023 i Ray Ban Stories di Meta e EssilorLuxottica venivano messi sul mercato il “Corriere” scriveva: «ci provano ancora. Nonostante la prima linea di smart glasses targati Meta si sia rivelata quasi un fallimento». Anche la descrizione della capacità degli occhiali che avrebbero inciso così fortemente sul tessuto culturale ed economico del paese era più modesta: «grazie a questo sistema gli influencer possono interagire dal vivo con i loro fan». Occhiali meno invasivi dei caschi che siamo abituati a vedere nei rendering, in previsione del fatto che le attività che svolgiamo sul telefono migreranno agli occhiali. I problemi di privacy non diminuiscono ma aumentano, pure se non se ne parla – ognuno deve potere essere ripreso mentre cammina per strada da una influencer che parla con i suoi fan, i video sono custoditi sulla piattaforma. Ci viene detto che per questo c’è un piccolo LED che si accende.

Lo puntualizza in questi giorni Maria Rosaria Boccia, al centro delle polemiche per il suo supposto ruolo di consigliera del Ministro della cultura Sangiuliano, che si riprendeva dentro Montecitorio. Pubblicava i video nelle sue storie Instagram, ma dentro Montecitorio è vietato filmare.

Una materializzazione quantomeno letterale del fatto che questa nuova e poco invasiva tecnologia doveva avere risultati stupefacenti persino in ambito culturale. Meno scontato il fatto che questo modello di occhiali sia finanziato, grazie alla lungimiranza di Mario Draghi, anche dal PNRR, ovvero dal debito dei contribuenti.

Nel 2023 infatti nella partnership tra EssilorLuxottica e Meta entrava anche il Politecnico di Milano (Polimi), già collaboratore di Meta per alcuni studi sulla fattibilità del metaverso. Sul sito Osservatorio Metaverso a cui contribuisce Polimi, oltre a stimare l’impatto del metaverso sul Pil, si prevede «l’adozione del metaverso per l’insegnamento e l’apprendimento». (Resistenze permettendo: «Il passaggio alle piattaforme di formazione online potrebbe incontrare scetticismo e resistenza da parte dei docenti abituati al contesto scolastico tradizionale, come è accaduto in Italia durante la pandemia di Covid-19»). Sul sito di Meta nel 2022 si annunciava l’avvio della collaborazione con il Politecnico che avrebbe studiato «l’impatto economico e il valore sociale del metaverso per la società e gli individui utilizzando l’Italia e la sua economia come caso di studio».

Lo stesso documento riporta le parole di Nick Clegg, leader del partito liberal democratico e vice primo ministro del Regno Unito oggi Presidente di Affari globali per Meta, che a margine del Forum economico mondiale di Davos annunciava il piano “Defining and Building the Metaverse”, una nuova iniziativa che riunisce i principali stakeholder per costruire un metaverso con una partnership che riunisce «industria, settore pubblico, università e società civile».

Quel nesso tra futuro sostenibile, impatto economico nonché culturale è infatti al cuore di una serie di progetti avviati nel mondo, come #SeeTheWorldThruMyEyes lanciata con l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite: «più di una dozzina di creators provenienti da tutto il mondo riceveranno una formazione per diventare ambasciatori del turismo e catturare contenuti in prima persona nelle varie città del mondo. I contenuti promuoveranno un turismo sicuro e sostenibile e la ripresa economica attraverso esperienze di viaggio virtuali».

Nel 2023 dunque il Politecnico di Milano pubblicava i bandi per dottorati con borse PNRR e ricercatori da impiegare nello Smart Eyewear Lab. Oggetto della ricerca, si legge sul sito del ministero (Progetto Smart Eyewear) è lo «sviluppo di algoritmi per l’estrazione di parametri fisiologici e il riconoscimento dell’attività umana da dati ottenuto con sensori inerziali».

Daniele Rocchi, delegato Polimi per i rapporti con le imprese, annunciava che erano state «aperte 250 borse di studio per dottorati, molte delle quali finanziate dal PNRR e 9 finanziate da EssilorLuxottica» da impiegare nel centro di ricerca.

In quell’occasione, luglio 2022, veniva presentato il progetto per il laboratorio Smart Eyewear Lab, partito con un finanziamento di 50 milioni di EssilorLuxottica mentre la regione Lombardia stanziava 25 milioni per la costruzione dei laboratori nel polo dell’innovazione nel parco dei gasometri a Milano, nell’area interessata dal progetto per l’ampliamento del Politecnico.

Francesco Milleri, presidente e amministratore delegato di EssilorLuxottica, raccontava dell’incontro che aveva portato alla nascita dei Ray Ban Stories al “Corriere” che notava, non senza un certo trasporto, «ancora non è chiaro quale sarà il traguardo, ma la volontà è quella di esserci, di investire e di dare un contributo made in Italy a quella che si appresta a diventare la prossima tecnologia dirompente».

Secondo Milleri, «questo laboratorio è la prima pietra digitale. Gli smart glass sono un ponte verso un mondo che ancora non comprendiamo, proprio perché ci mancano ancora gli strumenti per poterci entrare». D’altronde si tratta di un mondo, il cosiddetto Metaverso, «che verrà davvero creato solo nel momento in cui verrà scoperto».

Se una parte dei costi per inventare un mondo di cui pare non possiamo sapere nulla se li accolla il PNRR, per quanto riguarda i benefici di questa unione «vincente» tra pubblico e privato, il direttore del Politecnico Ferruccio Testa spiegava – un accenno di difficile comprensione – la questione dei brevetti: «Per noi è più importante condividere che depositare quattro brevetti poi chiusi in un armadio. Preferiamo avere 130 nuovi ricercatori che guadagnare un milione di euro». Gli ultimi modelli di Ray Ban con telecamera incorporata sono stati “condivisi” da Luxottica-Meta a un prezzo che va dai 330 euro circa fino a 400.

Se molti di noi dovranno ancora attendere l’arrivo del Metaverso, un assaggio di quello che potrebbe essere, almeno secondo i decisori italiani, l’abbiamo avuto questa settimana ammirando nientemeno che gli interni di Montecitorio attraverso le lenti di Maria Rosaria Boccia. Purtroppo tornano alla mente le parole del ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, Vittorio Colao, che commentava l’inizio di questa avventura: «Questo è il vero spirito del Pnrr».

Immagine di copertina:screenshot da Facebook made smart glasses with Ray Ban, su youtube.

Foto interna all’articolo: Mark Zuckerberg incontra Leonardo Del vecchio a Milano, Luxottica su Instagram

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