Revisione Codice appalti Oice: richieste, punti e principi #adessonews

Maggiore facilità di accesso al mercato, riequilibrio contrattuale, trasparenza e regole ad hoc per gli affidamenti di ingegneria e architettura. La revisione del Codice appalti deve passare dalla ricezione di una serie di principi ritenuti fondamentali: è questo il messaggio lanciato da Oice, l’associazione delle società di ingegneria e architettura, nel corso dell’audizione presso l’ottava Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati.

Nello specifico, il presidente Giorgio Lupoi ha dichiarato che sia fondamentale “intervenire colmando il vuoto determinato dall’assenza di regole specifiche per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura. Una: una volta abrogate le LG 1/2016 dell’Anac le Amministrazioni non hanno avuto più riferimenti certi e questo ha causato non poche difficoltà agli operatori”.

Revisione Codice appalti: l’accesso alle gare secondo Oice

Ad un anno dall’emanazione del Codice, accolto positivamente da Oice, diventa sempre più impellente un restyling del testo. Diversi i punti sui quali l’Oice chiede di ritoccare il Codice, a cominciare dall’accesso alle gare. Come ha spiegato Lupoi, “le richieste di referenze su soli 3 anni penalizza una larga parte del mercato e crea un discriminatorio trattamento rispetto alle imprese di costruzioni qualificate su 15 anni”.

Il presidente ha segnalato anche “la necessità di ripristinare l’anticipazione contrattuale per i servizi tecnico-professionali, immotivatamente cancellata dal legislatore, la limitazione degli affidamenti diretti in via fiduciaria, la riduzione degli incentivi ai tecnici della Pa alle fasi di programmazione e gestione e non a quella progettuale”. Ma non solo: “Il ricorso ai contratti ‘a corpo’ finisce per vessare l’operatore economico oltre i limiti di un equo rapporto contrattuale”.

Appalto integrato ed equo compenso

Altre due le tematiche affrontate nel corso dell’audizione. Innanzitutto, l’appalto integrato. La sua liberalizzazione, “estesa spesso ad interventi in cui l’apporto progettuale dell’impresa di costruzioni non ha ragion d’essere, comporta un suo utilizzo errato” ha puntualizzato Lupoi. Ecco perché è necessario “riflettere, senza posizioni aprioristiche di parte, su ipotesi in cui sia realmente giustificato”.

Altro capitolo, l’equo compenso. In questo caso, il primo passo dovrà essere coordinare il Codice con la legge 49. Il punto focale, in ogni caso, concerne l’aggiornamento del decreto parametri “inserendo le nuove attività richieste ma non previste. È nostra opinione che siano sempre da ricercare soluzioni virtuose che permettano di valorizzare la qualità rispetto alla parte economica, come, ad esempio, l’utilizzo di formule esponenziali”.