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La sospensione o l’annullamento dell’ordine di demolizione emesso dal Comune dipendono dal momento di presentazione dell’istanza di accertamento di conformità, se dopo o prima dell’atto ingiuntivo. Lo spiega il Tar Campania
Nel complesso panorama giuridico italiano, le questioni legate all’urbanistica e alla gestione degli abusi edilizi occupano un posto di rilievo, non solo per le implicazioni legali, ma anche per l’impatto diretto sulla vita dei cittadini. Ogni anno, migliaia di persone si trovano a fronteggiare provvedimenti amministrativi che possono stravolgere le loro vite e i loro progetti. In questo contesto, il recente intervento del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania fa chiarezza su una questione delicata e spesso controversa: la legittimità degli ordini di demolizione in presenza di istanze di sanatoria.
La sentenza n. 1652/2024 non solo offre spunti di riflessione sul delicato equilibrio tra legalità e diritto alla proprietà, ma si inserisce anche in un dibattito più ampio che riguarda il ruolo delle amministrazioni locali e la tutela dei diritti dei cittadini. Scopriamo insieme come si è sviluppata questa vicenda e quali sono le ripercussioni nel campo del diritto urbanistico, ma non prima di averti ricordato che la presentazione di qualunque istanza, compresa quella di sanatoria, rappresenta un’operazione delicata e complessa per quantità dei documenti da produrre ed allegare. Per questo motivo, ti consiglio di utilizzare un software per la gestione documentale che ti consente di gestire in modo sicuro tutto l’incartamento digitale di qualsiasi progetto, mantenendo tutte le cartelle ben ordinate e garantendo che i documenti siano sempre facilmente reperibili.
Distinzione tra provvedimento demolitivo e istanza di accertamento
Secondo un consolidato orientamento della giurisprudenza, l’istanza di accertamento di conformità non annulla automaticamente l’ordine di demolizione, ma ne sospende gli effetti fino alla definizione del procedimento. E se l’amministrazione non si pronuncia sull’istanza entro i termini previsti, si forma un silenzio significativo che equivale ad un diniego implicito. In tal caso, l’ordine di demolizione riacquista la sua efficacia se l’istanza viene successivamente rigettata.
Ricordiamo brevemente che a questa regola generale sul silenzio assenso/diniego fanno eccezione i casi ricompresi dall’art. 36-bis del TUE introdotto dal D.L. 69/2024 “Salva-casa”.
Annullamento dell’ingiunzione di demolizione del Comune: quando è possibile?
I ricorrenti del caso di oggi impugnavano l’ordinanza di demolizione emessa dal Comune, sostenendo la sua illegittimità presso il Tar. Essi avevano presentato un’istanza di accertamento di conformità ai sensi dell’art. 36 del Testo Unico Edilizia (D.P.R. n. 380/2001) prima dell’emissione dell’ingiunzione a demolire. Tale istanza era stata presentata il 5 gennaio 2021, mentre l’ingiunzione era stata notificata solo il 26 marzo 2021.
Il TAR annulla l’ingiunzione di demolizione: riconosciuto il diritto all’accertamento di conformità prima dell’ordine di demolizione
Il TAR ha richiamato il principio secondo cui, in presenza di un’istanza di sanatoria o accertamento di conformità, non può essere adottato un provvedimento sanzionatorio repressivo fino a che non sia stata presa una decisione sull’istanza stessa:
Una volta presentata un’istanza di concessione in sanatoria o di condono edilizio, in assenza di preventiva determinazione su quest’ultima ed in pendenza del relativo procedimento, è illegittima l’adozione di un provvedimento sanzionatorio repressivo; e, ciò per non correre il rischio che, portata ad esecuzione l’ingiunzione a demolire o a ridurre in pristino stato, risulti vanificato un eventuale provvedimento di accoglimento dell’istanza di concessione in sanatoria per la conseguente impossibilità di restituire alla legalità un’opera non più esistente.
Il provvedimento sanzionatorio, emesso senza aver prima definito il procedimento scaturente dall’istanza di sanatoria, incorre nel vizio di eccesso di potere per manifesta illogicità e ingiustizia, posto che il potere repressivo è in tale caso esercitato in base a presupposti malfermi (la sanabilità o meno delle opere) che pregiudicano le condizioni giuridiche e materiali necessarie perché si dispieghino gli effetti giuridici riconducibili all’eventuale rilascio della concessione in sanatoria (ex multis, di recente, T.A.R. Salerno, sez. II, 2 aprile 2024);
Insomma il provvedimento di demolizione in questo caso va annullato per evitare che lo stesso provvedimento sanzionatorio possa rendere impossibile la regolarizzazione successiva dell’opera abusiva. La sentenza sottolinea che l’adozione prematura di un provvedimento sanzionatorio, senza una valutazione dell’istanza pendente, comporta un eccesso di potere per manifesta illogicità e ingiustizia.
Il ricorso è, quindi, accolto.
Per maggiore approfondimento, leggi anche questo articolo di BibLus: “Ordinanza di demolizione: decadenza, procedura e sanatoria”
Indirizzo articolo: https://biblus.acca.it/abusi-e-ordine-di-demolizione-tra-sospensione-e-annullamento-quando/
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