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Nell’attività di monitoraggio del Ministero della Salute sui prodotti presenti sugli scaffali dei supermercati è finita sotto la lente di ingrandimento una marca di grissini. Il dicastero, infatti, ha emesso una nota di richiamo per possibile rischio chimico, con una marca presente in diverse catene che potrebbe contenere ocratossina fuori limite, motivo per cui è consigliato non consumare il prodotto e riconsegnarlo al punto vendita.
Richiamo per i grissini
A finire al centro di una nota di richiamo redatta dal Ministero della Salute sono i grissini di marca Linea Derby, ovvero i Grisbontà derby. Si tratta, come si legge nella stessa confezione del prodotto, di “grissino stirato torinese buono come una volta”.
Fatto con grano tenero e in confezione da 50g salvafreschezza, il lotto TMC con scadenza 26 febbraio 2025 è stato richiamato per un possibile rischio chimico.
Dopo aver appreso dei rischi per l’uva sultanina, i consumatori devono fare i conti anche con quelli per i grissini di marchio derby, prodotto da Uniongriss Srl, con stabilimento in strada del francese 135/28 a Torino. Nello specifico, si legge nel retro della confezione, si tratta del Grissinificio Linea Derby.
Per riconoscere la confezione incriminata basta fare attenzione ad alcuni dettagli come:
- la confezione, trasparente e con i grissini in bella vista, con richiami in rosso nella parte superiore e inferiore;
- la presenza della dicitura “senza olio di palma”;
- sul retro, la dicitura “grissini di tipo “0” con olio di girasole”;
- la grammatura, con i grissini richiamati che sono quelli da 300g;
- il confezionamento interno, si tratta dei grissini divisi in 6 porzioni da 50 g l’uno.
Il perché del richiamo
Nella nota pubblicata sul sito del Ministero della Salute, il dicastero fa sapere che il consumo dei grissini potrebbe essere rischioso. Infatti, dopo alcuni studi, è emersa “l’analisi chimica non conforme“.
A far risuonare il campanello d’allarme sarebbe stata la presenza in eccesso di ocratossina che, come si legge nella nota di richiamo, è “fuori limite”.
Cos’è l’ocratossina
L’ocratossina è una micotossina prodotta naturalmente da alcune muffe, che può essere presente in una serie di alimenti tra cui cereali, carne conservata, frutta fresca e secca, e formaggi. Gli alimenti di origine vegetale sono le fonti principali di ocratossine nella dieta, tuttavia è presente anche in alimenti di origine animale, soprattutto nei prodotti a base di carne suina e nei prodotti lattiero-caseari, nei quali è correlata principalmente alla proliferazione superficiale di funghi tossicogeni durante le fasi di stagionatura e stoccaggio dei prodotti.
Se ingerita in grandi quantità, l’ocratossina può provocare danni all’intero organismo, essendo capace di legarsi alle siero-albumine del sangue.
Bisogna fare particolare attenzione, perché si tratta di una sostanza nefrotossica, ovvero capace di causare danni ai reni, portando a insufficienza renale cronica. Ma anche problemi al sistema immunitario, indebolendolo e aumentando la suscettibilità alle infezioni, e al sistema cardiovascolare, che può essere colpito con un aumento della pressione sanguigna.
Se ingerita in quantità oltre il dovuto, i sintomi che possono essere avvertiti sono:
- dolore addominale;
- confusione;
- vertigini;
- mal di testa;
- diarrea;
- costipazione;
- nausea e vomito.
In alcuni casi i sintomi possono essere scambiati per normali disturbi gastrointestinali.
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