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perquisizioni della Finanza. Mazzette per i lavori sulla Variante Tremezzina #finsubito richiedi mutuo fino 100%

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Milano, 3 ottobre 2024 – Alcune sedi dell’Anas, la società che si occupa di infrastrutture stradali, tra cui quelle di Milano e Roma, sono al centro di una perquisizione – in queste ore – da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. Le perquisizioni sono in corso nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano che ipotizza corruzione e turbativa d’asta. La notizia è stata anticipata da la Repubblica on line. 

I reati ipotizzati nell’inchiesta dell’aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri sono corruzione, turbativa d’asta e rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio. L’ipotesi è che appalti per la realizzazione di strade e lavori stradali che riguardano la Lombardia e il Nord-Est Italia siano stati pilotati in cambio di mazzette. 

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Risultano nove persone indagate, tra cui almeno due funzionari di Anas. Da quanto si è saputo, sono in corso acquisizioni e perquisizioni nelle sedi Anas di Roma e Milano e anche presso tre società di esecuzione lavori, tra cui il Consorzio Stabile Sis che ha sede a Torino, e nei confronti di nove persone fisiche. 

Al centro dell’inchiesta ci sono “le figure dei fratelli Liani, Stefano, Luigi e Marco“, tutti e tre indagati. Come risulta dal decreto di perquisizione, eseguito dalla Gdf, in particolare Luigi e Marco, “ex funzionari pubblici” in Anas, “dopo aver interrotto il rapporto lavorativo con la società pubblica” per “passare all’imprenditoria privata”, continuavano “ad operare nel settore dell’edilizia pubblica e della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, porti e aeroporti, attraverso società loro riconducibili”. Anche Stefano Liani è un ex funzionario Anas.

Stefano Liani è stato dal 2015 al 2019 Responsabile della “Direzione Progettazione e Realizzazione Lavori” di ANAS S.p.a., con l’incarico di seguire tutte le fasi preliminari al lancio della gara milionaria bandita nel 2019 sulla statale S.S. 340 Regina, variante della Tremezzina. In quel periodo, il Responsabile Coordinamento Nuove Opere di Anas era Eutimio Mucilli, che poi lo ha sostituto sostituiva nell’incarico di Titolare della Direzione Progettazione e Realizzazione Lavori della Direzione Generale di Anas (fino al 2022) per poi assumerne l’incarico Responsabile della Direzione Investimenti e Realizzazione.

Stefano Liani, secondo l’accusa formulata dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, avrebbe ricevuto dal “Consorzio Stabile Sis” una cifra complessiva di 485.896 euro, mentre Mucilli avrebbe intascato oltre 360mila euro. I due, sottolineano i magistrati milanesi, hanno insomma “percepito ingenti somme dal Consorzio Sis”, precisamente nel contesto temporale in cui questo si aggiudicava un ingentissimo appalto bandito dalla struttura di Anas diretta dai medesimi”.

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Il sospetto dei magistrati è che “le somme percepite dai due pubblici ufficiali, fossero funzionali a garantire al Consorzio Sis la fedeltà e la benevolenza dei due alti dirigenti pubblici, nell’assegnazione ma anche nella successiva esecuzione del remunerativo appalto in questione”. Nella stessa vicenda è coinvolto anche Luigi Liani: avrebbe ottenuto una quota parte, pari a 70mila euro, delle somme di denaro versate dal Consorzio Sis al fratello Stefano ed avendo ricoperto, prima di uscire in tempi più recenti da Anas, incarichi operativi proprio nell’appalto in questione”. 

Come detto, la gara di appalto sospetta è quella bandita nel 2019 sulla “progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori per la S.S. 340 Regina”, variante della Tremezzina, lungo la costa del lago di Como, poi aggiudicato per complessivi oltre 388 milioni di euro dal “Consorzio Stabile Sis” di Torino. Lo si legge nel provvedimento con cui la procura di Milano ha acquisito una serie di documenti nell’indagine in cui si ipotizzano, tra gli altri, i reati di corruzione e turbativa d’asta.

“Mi auguro che gli inquirenti facciano bene e in fretta il loro lavoro. E se c’è qualcuno che ha sbagliato che paghi”: così il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, ha risposto a una domanda dell’ANSA sull’inchiesta che sta riguardando l’Anas. Lo ha fatto a margine di un’iniziativa a Perugia. “A quanto so – ha aggiunto -, parlando con l’amministratore delegato sono alcuni episodi che iniziano a risalire dal 2020. Quindi facevo altro nella vita però a prescindere da quello se c’è qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato ne deve pagare le conseguenze”. 

In serata è stata diffusa una stringata nota in cui i vertici di Anas hanno chiarito la loro posizione sulla vicenda. “In relazione all’inchiesta in corso della Procura di Milano relativa ad alcuni appalti su strade della Lombardia e del Nord-Est – si legge nella nota – Anas Spa esprime piena fiducia nell’operato della magistratura e sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle autorità”.



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