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Regionali: Arci, Libera e Legambiente scrivono ai candidati: “Ecco i nostri 10 punti, ci aspettiamo sostanza” #adessonews

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Genova. I presidenti regionali di Arci, Stefano Kovac, di Legambiente, Stefano Bigliazzi, di Libera, Andrea Macario, hanno sottoscritto un documento unitario rivolto ai candidati alla presidenza della Regione Liguria, chiedendo agli stessi di sottoscriverlo.

Le associazioni hanno elaborato e sottoposto ai candidati presidente proposte sui temi della partecipazione, della pace e della solidarietà, della lotta alle mafie, e su ambiente, paesaggio e industria.

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“Ci aspettiamo risposte concrete, non generiche e di sostanza – dichiarano Kovac, Bigliazzi e Macario – Daremo evidenza pubblica a chi ci risponderà e, soprattutto, sia nel corso della campagna elettorale e nel successivo ciclo amministrativo, verificheremo che alle parole seguano i fatti, sia da chi governerà sia da chi sarà all’opposizione”.

“Faremo la nostra parte, con lo spirito che da sempre ci contraddistingue, rilanciando le nostre politiche attive che presuppongono il confronto tra società civile e istituzioni”, aggiungono.

IL DOCUMENTO DI LEGAMBIENTE, ARCI E LIBERA: I 10 PUNTI

La scadenza delle prossime elezioni regionali del 27 e 28 ottobre costituirà uno snodo fondamentale per capire quale direzione prenderà la Liguria nei prossimi anni. Si tratta infatti di una regione molto problematica con una situazione demografica particolare, una crisi occupazionale e produttiva che si trascina da tempo, una situazione sociale da gestire anche per il suo ruolo importante nel contesto mediterraneo, e per una situazione ambientale e territoriale tra le più critiche, anche in riferimento alle regioni del Nord Italia.

In discussione è un modello di sviluppo che si protrae da anni e che ha visto il suo culmine con il prevalere di un orientamento turistico massivo che ha quasi spodestato il ruolo industriale della Liguria aveva, ruolo che non rimpiangiamo ma che non può essere sostituito da uno sviluppo senza qualità, senza tutele per il lavoro e completamente lasciato alla precarietà e al caso. Deve nascere un modello anche industriale ambientale e pulito, se vogliamo contrastare la tendenza in atto che non è affatto irreversibile.

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Per questi motivi, le associazioni firmatarie di questo documento vogliono indicare ai candidati regionali (in primis ai candidati presidente della regione) alcuni punti che ritengono dirimenti per le scelte che si andranno a fare nei prossimi mesi.

1. Il tema della democrazia e della partecipazione. Il nodo è quello dell’allargamento delle basi di discussione in merito alle decisioni. A livello istituzionale bisogna superare la logica dell’uomo solo al comando e puntare verso una maggiore collegialità sia nelle decisioni di giunta che nello stabilire un maggior contrappeso aumentando il ruolo dell’assemblea regionale e delle commissioni. Realizzare strutture di consultazione permanente con la società civile che abbiano maggiore potere sulle decisioni finali. Rivedere lo statuto regionale e considerare la legge elettorale regionale in senso maggiormente proporzionale.

2. Il tema della pace e della solidarietà. La Liguria è spesso definita la porta del Mediterraneo, ma siamo sicuri che sia davvero così? Manca una cultura istituzionale della pace: molto di più si può dire, in questa regione, rispetto alla riconversione e diversificazione delle produzioni militari che tanto insistono nel nostro territorio. Manca anche una cultura della solidarietà e dell’accoglienza. Non basta denunciare gli evidenti problemi che l’immigrazione produce sul nostro territorio anche grazie alla sua particolare conformazione e ai suoi confini ma bisogna mettere in campo politiche attive di gestione dell’accoglienza, facendolo diventare un tratto caratteristico, identitario della nostra regione. Ma la pace si conquista prima di tutto nelle nostre città, con la cultura dell’accoglienza e del dialogo fra diversi. Considerando una opportunità e non una emergenza da rimuovere la presenza di tante diversità di religione, di culture, di generi nelle nostre strade e nelle nostre piazze. Un mediterraneo di pace è anche una condizione essenziale per uno sviluppo buono, armonico, compatibile.

3. Il tema delle mafie. Spesso si è cercato di rimuovere il fatto che la nostra regione sia preda di interessi delle mafie. I processi e le informative della Direzione Antimafia certificano la presenza della criminalità organizzata in tutte le province della regione: dal ciclo illegale dei rifiuti, a quello del cemento e dell’urbanizzazione selvaggia, per passare alla tratta dei migranti, finendo con gli scambi e favori elettorali. Per questo riteniamo fondamentali due direzioni: la prima è quella di puntare su atti istituzionali decisi, come riproporre e potenziare la commissione regionale antimafia, estendere le buone pratiche istituzionali a tutti i livelli di amministrazione dei territori e aprire a un confronto tra tutti gli attori coinvolti (dalle forze dell’ordine ai cittadini), guardare in chiave più ampia e coordinarsi con le commissioni delle regioni limitrofe, per aumentare la capacità di azione. La seconda direzione è quella di smettere di pensare al tema delle mafie come una questione a sé stante: la pervasività del problema rende necessario parlarne in relazione a temi come ambiente, lavoro o appalti, per citarne solo alcuni. Serve quindi un lavoro attento e integrato con tutto il lavoro della consigliatura e della giunta per poter sperare di ottenere dei risultati significativi.

4. Il tema della cultura. La cultura è diventata negli ultimi anni occasione di spot pubblicitari e di eventi mirati al turismo di massa, il cui incremento è diventato la priorità assoluta di gran parte delle giunte comunali e regionali. E’ una visione che non valorizza la cultura che si costruisce sul territorio, da parte dei nostri artisti creativi, di chi ha cura del patrimonio culturale custodito nei nostri musei, nelle nostre chiese, nelle nostre strade. La cultura crea cittadinanza. Una cittadinanza radicata nel territorio e aperta al mondo. Decine di ricerche serie ci dicono che alla lunga il marketing più efficace per attrarre persone in una città è la consapevolezza che i cittadini hanno della ricchezza culturale, sociale e umana del posto dove vivono. Fatto che rischia di decadere se il turismo di massa, e le strategie di mercato degli spazi abitativi e pubblici ad esso connesse, rendono difficile la vita di chi in quel territorio risiede stabilmente. La cultura è inoltre essenziale a contrastare la causa fondamentale della insicurezza vissuta e percepita da gran parte dei nostri cittadini, a partire dai più anziani. Chi esce di casa per andare al museo, al cinema al teatro, è e si sente più sicuro di chi vive in solitudine. Bisogna interrompere l’equazione cultura=grandi eventi, la cultura si fa ogni giorno in tanti luoghi diversi e deve essere plurale, di qualità, accessibile.

5. Il tema dell’ambiente. Siamo una regione che deve fare passi da gigante per lo sviluppo dell’energie rinnovabili e deve approntare tutti gli strumenti necessari (rilanciando ad esempio il ruolo delle agenzie regionali) per contrastare i fenomeni di inquinamento ambientale legati ai contesti urbani e quindi questioni collegate al traffico cittadino ma anche al traffico di merci, containers e e passeggeri con navi da crociera e con navi traghetti. Deve essere realizzato un nuovo piano energetico regionale, quello attuale non ha obiettivi in linea con i problemi nazionali e globali di crisi climatica ed ambientale. Bisogna aumentare la raccolta differenziata a livello regionale per quei Comuni che non raggiungono gli obbiettivi di legge e bisogna fare gli impianti per ottimizzare la chiusura del ciclo dei rifiuti.

6. Il tema industria e ambiente. La Liguria potrebbe diventare un punto di riferimento importante per lo scambio tecnologico e industriale fra il Nord dell’Italia, l’Europa, e le sponde sud ed est del Mediterraneo. Se sceglierà con forza lo sviluppo di industrie collegate alla transizione ecologica. Le filiere industriali del vento, del sole e dell’elettrico, su cui è enorme il nostro ritardo. E’ assurdo e incomprensibile che il dibattito italiano ed europeo sia centrato sui costi della transizione e non sui costi- ambientali, sociali e industriali- del ritardo. La Liguria deve sottrarsi al destino di diventare Hub del gas e del petrolio, per provare a diventare hub del sole e del vento. Che è la vocazione naturale del Mediterraneo. Perché questo avvenga il Mediterraneo deve essere luogo di pace e di scambio fecondo tra culture, religione, esperienze di ricerca congiunte tra le sue sponde.

7. Il tema dei trasporti. Le vere priorità sono le opere che servono davvero al territorio come il recupero dei tratti ferroviari adesso sottoutilizzati, raddoppiare la Pontremolese e la ferrovia a Ponente. Investire sul trasporto pubblico locale in alternativa al traffico privato su gomma.

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8. Il tema della sanità. Rilanciare e sostenere la sanità pubblica. Troppo si è dato al privato: qualità e servizio pubblico possono convivere. Rilanciare la medicina di prevenzione e di studio epidemiologico della popolazione quest’ultima questione molto importante anche ai fini del monitoraggio ambientale.

9. Il tema del territorio e del paesaggio. Bisogna sostenere lo sforzo dell’entroterra ad esistere e fornire economie legate all’agricoltura biologica, al turismo, alla valorizzazione dei luoghi, alla manutenzione del territorio in una logica di programmazione. Questo consentirà di togliere pressione sulla costa già molto cementificata. No a nuovi insediamenti turistici fuori dal luogo e dal tempo come quelli proposti ad esempio sull’isola Palmaria, o in altre zone della nostra regione. No a nuovi porti turistici in Liguria, di cui siamo saturi. Basta con la logica delle varianti urbanistiche, sì a piani urbanistici regionali con i giusti vincoli e regole da rispettare e sui quali costruire un modello Ligure sostenibile. Occorre al più presto dotare la regione di un piano paesistico regionale ai sensi del codice nazionale del paesaggio.

10. Il tema della manutenzione della società. La coesione sociale è un fattore determinante per una buona società. Occorre dare priorità all inclusione ed alla possibilità per tutt@ di accedere alle cure ed a strumenti di inclusione sociale.





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