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Genova. La più grande e complessa macchina mai costruita dall’uomo, il Large Hadron Collider (LHC) del CERN di Ginevra, un acceleratore di protoni di quasi 30 chilometri di circonferenza, mantenuto a meno di due gradi sopra lo zero assoluto, è in procinto di ricevere il più importante upgrade da quando è stato inaugurato, oltre 15 anni fa.
Dopo aver dato la possibilità agli scienziati di scoprire il bosone di Higgs, il pezzo mancante, da cinquant’anni, nel puzzle delle particelle elementari, LHC vivrà la sua seconda vita non aumentando l’energia delle particelle, ma l’intensità dei fasci di protoni che vengono fatti collidere.
Per ottenere questa seconda versione di LHC, che i fisici chiamano “High Luminosity LHC”, sarà necessario sostituire oltre cento magneti in prossimità dei punti dove le particelle si scontrano, oltre a molte componenti dei rivelatori.
“Questi nuovi apparati sfidano i limiti della tecnologia che conosciamo – spiegano dall’Infn, Istituto nazionale di Fisica nucleare – tra i magneti, per esempio, per la prima volta al mondo verrà utilizzato cavo superconduttore basato sul Niobio-Stagno, che potrà aprirci nuove frontiere per le infrastrutture di ricerca del futuro”.
Questo sforzo è possibile solo attraverso una grande collaborazione internazionale, che vede lavorare insieme alcuni dei massimi esperti nei loro campi provenienti dal Giappone agli Stati Uniti, passando per l’Europa, dove l’Italia ha un ruolo centrale. Ogni anno centinaia di scienziati si incontrano in uno dei paesi partecipanti a questa impresa, e dopo Svizzera, Svezia e Canada, quest’anno, dal 7 al 10 ottobre, questa riunione si terrà a Genova.
“È per noi un onore e un piacere ospitare i nostri colleghi in Italia e in particolare nella nostra città – commenta Stefania Farinon, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Genova, tra i maggiori responsabili del Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – sezione di Genova contributo italiano a HL-LHC – non solo perché siamo tra quelli che hanno progettato, anche coi nostri colleghi di Milano, alcuni dei magneti principali di questo rifacimento, ma anche perché abbiamo qui una delle aziende leader al mondo nei magneti superconduttori, ASG Superconductors”.
Marco Statera, responsabile di questa attività alla Sezione di Milano dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, aggiunge: “HL-LHC è insieme una grande sfida e una grande opportunità, in Italia la comunità che si occupa di applicazioni dei materiali superconduttori è molto forte, e anche l’industria: oggi sfruttiamo molto poco delle potenzialità di queste tecnologie nella vita di tutti i giorni, ma l’interesse sta crescendo, soprattutto nella produzione e nel trasporto dell’energia, dove potrebbero dare un contributo prezioso nella transizione ecologica”.
Duecento scienziati provenienti da tutto il mondo si riuniranno quindi nei locali dell’Università di Genova per fare il punto sugli sviluppi di questo che è oggi il più grande e ambizioso progetto di fisica fondamentale in Europa e tra i maggiori al mondo, per farsi trovare pronti per il prossimo long shutdown di LHC, nel 2026, quando tutte le nuove componenti dovranno essere pronte a essere installate e testate.
Il lavoro procede infatti in tutti i continenti perché tutte le difficoltà tecnologiche che un’impresa del genere presenta ai ricercatori.
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