Toscana a rischio: crisi dell’industria metalmeccanica e automotive minaccia migliaia di posti di lavoro #adessonews

L’industria toscana, da sempre trainata dal settore metalmeccanico, attraversa una fase critica che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’occupazione. Settori chiave come la siderurgia, l’automotive, gli accessori moda, la camperistica e l’elettrodomestica sono sotto pressione. Particolarmente preoccupante è la situazione della componentistica auto, che ha subito una drastica riduzione negli ultimi anni, con aziende come TRW, Delphi, Bekaert, Eaton e GKN che hanno lasciato un vuoto significativo.

Mentre il comparto nautico sembra mantenere una certa stabilità, grazie alla crescita delle attività in appalto, i lavoratori continuano a vedere scarse ricadute economiche. Oggi, il settore metalmeccanico in Toscana conta circa 50mila addetti, ma senza interventi rapidi e mirati, il rischio di una desertificazione industriale si fa sempre più concreto.

Incontro Sindacati-Regione: le richieste di Fim-Fiom-Uilm

Venerdì, a Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze, si è tenuto un incontro tra il presidente della Regione, Eugenio Giani, e i rappresentanti sindacali di Fim-Fiom-Uilm. Durante la discussione, i sindacati hanno espresso la loro preoccupazione per il futuro dell’industria toscana e hanno avanzato richieste precise: dall’integrazione al reddito per i lavoratori in cassa integrazione all’apertura di un tavolo permanente per discutere lo sviluppo industriale della regione.

I sindacati hanno inoltre richiesto che le risorse del PNRR siano impiegate per sostenere la transizione ecologica, promuovendo innovazioni che possano avere un impatto positivo sull’occupazione. Ogni euro di investimento pubblico dovrebbe essere vincolato alla presenza delle aziende sul territorio e accompagnato da un raddoppio degli investimenti privati.

Focus sulla siderurgia: il futuro del polo di Piombino

Il polo siderurgico di Piombino, uno dei più importanti d’Italia, è al centro delle preoccupazioni sindacali. Con oltre 2mila lavoratori coinvolti in cassa integrazione o in contratti di solidarietà, i sindacati sollecitano un’azione decisa da parte della Regione per spingere il Governo a restituire le aree industriali di Jsw e Metainvest al Demanio, bloccando così ulteriori rinvii delle responsabilità aziendali. Altrettanto urgenti sono interventi per affrontare i crescenti costi dell’energia, che stanno mettendo a rischio la competitività delle imprese locali.

Il presidente Giani ha ricevuto il plauso di Fim-Fiom-Uilm per la sua opposizione alle dichiarazioni di Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, che aveva tentato di contrapporre i lavoratori di Piombino a quelli di altri stabilimenti. I sindacati hanno chiesto a Giani di proseguire il suo impegno e di lavorare per la convocazione, entro quindici giorni, di un tavolo di discussione presso la presidenza del Consiglio o il MiMit, per risolvere la trattativa in corso tra Jsw e Metinvest.

Sciopero del settore Automotive: una mobilitazione per il futuro

L’industria automobilistica italiana, compresa Stellantis, si fermerà il 18 ottobre per uno sciopero di otto ore proclamato da Fim-Fiom-Uilm. La manifestazione si terrà a Roma, in piazza del Popolo, per richiamare l’attenzione sul futuro del settore, che rappresenta l’11% del PIL nazionale e rischia di essere gravemente compromesso.

La crisi del comparto automotive, aggravata dalle difficoltà in Germania e Belgio e dalle strategie di Stati Uniti e Cina, potrebbe avere effetti devastanti sull’industria europea. Fim-Fiom-Uilm Toscana hanno chiesto a Giani di inviare una rappresentanza regionale e il gonfalone a Roma per sostenere la causa. È necessaria una strategia condivisa a livello europeo per garantire un futuro al settore e tutelare i lavoratori coinvolti.

In conclusione, il futuro dell’industria metalmeccanica e automobilistica in Toscana è appeso a un filo. Senza interventi rapidi e una visione a lungo termine, la regione rischia di perdere la sua posizione di leadership industriale.