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Negli ultimi cinque anni, i dati Eurostat hanno mostrano come i progressi sono disomogenei in tutta Europa in termini di miglioramenti dell’efficienza energetica. Se il Nord Europa ha registrato una crescita significativa, l’Italia ha visto risultati limitati, concentrati prevalentemente nelle aree urbane.
Secondo l’indagine Eurostat, nel periodo 2018-2023, il 25,5% della popolazione dell’UE ha beneficiato di miglioramenti nell’efficienza energetica delle abitazioni. Tuttavia, il divario tra chi vive in povertà e chi non lo fa rimane evidente: il 31,2% delle persone a rischio di povertà ha vissuto in case non adeguatamente calde durante l’inverno, contro il 14,4% della popolazione non a rischio.
La situazione in Italia
L’Italia ha mostrato una crescita modesta rispetto al resto dell’Europa. Solo il 14,7% delle abitazioni ha registrato miglioramenti nell’efficienza energetica negli ultimi cinque anni, collocando il Paese tra quelli con i progressi più limitati. Nelle città italiane, il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica si è fermato al 15,5%, un valore comunque superiore rispetto a quello delle aree rurali.
In particolare, le città e le periferie italiane hanno evidenziato condizioni migliori rispetto alle aree rurali, ma il progresso è ancora lontano dai livelli raggiunti dai Paesi del Nord Europa, come Paesi Bassi ed Estonia, dove il miglioramento ha riguardato rispettivamente il 58,7% e il 46,7% delle abitazioni.
Progressi efficienza energetica in Europa: differenze regionali
In generale, il Nord Europa si distingue per i progressi nell’efficienza energetica. Nei Paesi Bassi, oltre il 64% delle abitazioni nelle città e periferie ha beneficiato di miglioramenti energetici. In Lettonia e Ungheria, la percentuale di miglioramenti nelle aree rurali è particolarmente elevata, rispettivamente del 40,2% e 38,2%.
Al contrario, Malta e la Grecia mostrano i tassi più bassi di miglioramento: solo l’8,4% e l’11,9% rispettivamente. Questi dati evidenziano una profonda differenza tra i Paesi europei, dove il supporto alle ristrutturazioni e il miglioramento dell’efficienza energetica sono determinati da fattori come la politica energetica nazionale e la disponibilità di finanziamenti.
La povertà energetica: un problema evidente
Il problema della povertà energetica è particolarmente acuto nel Sud Europa. In Portogallo, ben il 38% della popolazione ha segnalato di vivere in abitazioni non adeguatamente calde durante l’inverno. La situazione è simile in Irlanda (34,3%), Grecia (28,5%), Francia (28,1%) e Spagna (27,3%). In Italia, circa il 20,5% della popolazione urbana ha riferito difficoltà nel mantenere le abitazioni adeguatamente calde, con tassi che crescono nelle periferie.
In contrasto, i Paesi dell’Europa centrale e settentrionale come Austria ed Estonia hanno percentuali molto basse di popolazione che riporta problemi di riscaldamento inadeguato, rispettivamente del 3,7% e 4,3%. Questo divario mette in luce la disparità tra Paesi che hanno investito significativamente nelle ristrutturazioni energetiche e quelli che hanno visto un progresso più lento o disomogeneo.
Le ristrutturazioni che migliorano l’efficienza energetica hanno interessato principalmente coloro che non sono a rischio di povertà, con una percentuale del 27,5% rispetto al 17,8% per chi è a rischio di esclusione sociale. In Italia, il divario è ancora più pronunciato: solo il 6,9% delle abitazioni di persone a rischio ha beneficiato di miglioramenti, un dato che sottolinea l’urgenza di politiche mirate per colmare queste differenze.
Nei Paesi come l’Estonia, sorprendentemente, i miglioramenti hanno toccato in misura maggiore le abitazioni delle persone a rischio di esclusione sociale rispetto a quelle non a rischio. Questo è uno dei pochi casi in cui si osserva un’inversione di tendenza rispetto alla media europea.
Progressi efficienza energetica: un’Europa a due velocità
I dati Eurostat offrono una fotografia di un’Europa a due velocità: da un lato, i Paesi del Nord che guidano il miglioramento dell’efficienza energetica con politiche efficaci e supporto economico, dall’altro il Sud Europa, dove la povertà energetica rimane una realtà per molti. L’Italia si trova in una posizione intermedia, con un miglioramento più concentrato nelle aree urbane ma ancora limitato rispetto alle necessità del paese.
L’efficienza energetica non è solo una questione di risparmio economico, ma anche di qualità della vita e sostenibilità ambientale. Gli sforzi per colmare il divario tra Nord e Sud Europa e tra diverse categorie sociali devono essere intensificati per garantire una transizione energetica inclusiva e duratura.
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